Istantanea » Fascismo http://buffa.blogautore.repubblica.it Just another Blogautore.repubblica.it weblog Wed, 11 Jul 2018 15:14:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=3.8.27 Un sabato da dimenticare e da ricordare http://buffa.blogautore.repubblica.it/2018/02/24/un-sabato-da-dimenticare-e-da-ricordare/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2018/02/24/un-sabato-da-dimenticare-e-da-ricordare/#comments Sat, 24 Feb 2018 19:48:41 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2698 manRoma24 febbraio 2018 , un sabato da dimenticare e da ricordare.

Da dimenticare perché ha dato una visione plastica di quello che sta succedendo in Italia. Stanno salendo l'odio e la rabbia. E stanno salendo vestendosi con l'abito più a portata di mano che c'è, quello del fascismo. Lo stesso fascismo dell'olio di ricino, delle leggi razziali, del delitto Matteotti. Dice il capo di Casa Pound Simone Di Stefano: "Il fascismo è una dottrina politico sociale che non è esattamente una dittatura... non vogliamo sopprimere la democrazia... Il fascismo non lo rinneghiamo". Ma poi aggiunge: "Se i traditori della nazione faranno lo Ius soli voleranno le sedie in parlamento e li andiamo a cercare alla buvette".

Fa male ascoltare affermazioni del genere. Fa male a noi nati dopo il fascismo e che ne abbiamo solo letto. E fa male soprattutto a chi il fascismo lo ha vissuto direttamente sulla sua pelle o su quella dei suoi cari.

Delle storie storie di più di 70 anni fa non bisognerebbe più parlare, dovrebbero far parte del vissuto di tutti noi. Ma sembra proprio che non sia così. E allora torniamo indietro nel tempo e facciamo un esempio per tutti così da non dimenticare a cosa ha portato quella "dottrina politico sociale". A Sant'Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, il 12 agosto 1944, salirono le SS a uccidere 560 persone. Con loro, a fargli da spalla e da guida, numerosi fascisti collaborazionisti della zona. Così vigliacchi da uccidere a volto coperto. Ha ricordato una sopravvissuta, Cesira Pardini, che quel giorno perse la mamma, due sorelle, una nonna, quattro zie e cinque cugini: "Gli occhi dell’uomo che ha sparato alla mia mamma non li ho potuti vedere. Aveva la divisa da tedesco e la faccia coperta da una di quelle retine che fanno sembrare mascherati... Non ha parlato perché non poteva, l’avremmo riconosciuto tutti, sennò. Era italiano". Poco più di dieci giorni  dopo, dall'altra parte della montagna, un centinaio di brigatisti neri  parteciparono attivamente alla strage di Vinca, 174 morti.

Ma questo è anche un sabato da ricordare perché a Roma ha visto in piazza, insieme, buona parte di chi contro questi disvalori combatte da sempre. Pezzi di una sinistra sempre più divisa hanno sfilato per le strade scandendo gli stessi slogan, cantando le stesse canzoni. Non è stato certo un passo verso un'unità al momento inesistente. Ma una piccola prova che, cercando quello che unisce invece che quello che divide, si potrebbe costruire meglio il futuro e tenere lontani razzismi, violenze e fascismi.

 

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1938 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/12/24/1938/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/12/24/1938/#comments Sun, 24 Dec 2017 01:16:02 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2674 Senza titolo-1

Sta per iniziare il 2018. Ottanta anni fa lo Stato italiano approvava le leggi razziali. Rileggiamone alcuni passaggi

“Il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza è proibito. Il matrimonio celebrato in contrasto con tale divieto è nullo.

L'appartenenza alla razza ebraica deve essere denunziata ed annotata nei registri dello stato civile e della popolazione.

I cittadini italiani di razza ebraica non possono: prestare servizio militare in pace e in guerra… essere proprietari o gestori… di aziende dichiarate interessanti la difesa della Nazione… essere proprietari di terreni… essere proprietari di fabbricati urbani …

“Gli appartenenti alla razza ebraica non possono avere alle proprie dipendenze, in qualità di domestici, cittadini italiani di razza ariana.

“Le Amministrazioni civili e militari dello Stato non possono avere alle proprie dipendenze persone appartenenti alla razza ebraica”.

(dal Regio decreto 1728 del 17 novembre 1938).

Il tutto era firmato dal capo dello Stato, il re Vittorio Emanuele III, e tutto passò senza che gli italiani muovessero un dito avverso una legge contro natura.

Ricordiamocelo quell’anno, rimproveriamo a chi c’era, padri, madri, nonni, nonne, bisnonni, bisnonne, di non aver fatto nulla per impedire che simili parole venissero scritte in una legge dello Stato per poi spianare la strada a deportazioni e uccisioni.

E diciamo a noi stessi che qualcosa del genere non potrà più accadere. Né in Italia né altrove.

Diciamocelo e facciamolo.

Nel 2018 poche celebrazioni e molti fatti, anche piccoli. Per non essere come allora. Per non assistere in silenzio alla ragione che si annebbia.

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Il database del passato http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/11/30/il-database-del-passato/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/11/30/il-database-del-passato/#comments Thu, 30 Nov 2017 17:42:23 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2669 Lo storico Emilio Gentile, intervistato da Repubblica sulla vicenda dei naziskin a Como, sostiene che "questi fenomeni sono la spia della grave crisi che colpisce la democrazia, in Italia e in tutto l’Occidente", ma che le loro simbologie sono prive di senso, "non hanno niente a che vedere con la storia concreta dei regimi di Mussolini e Hitler". Ragionamento pienamente condivisibile anche quando arriva alla sua dura e amara conclusione: "Il dramma è che è venuta meno la passione per la democrazia come forma di convivenza".

Ma c'è una conseguenza di questa ineccepibile tesi che forse bisogna valutare con attenzione. Sostenendo che non c'è nessun legame tra questi comportamenti e i regimi che sconquassarono l'Europa e il mondo si rischia di attenuare l'allarme che dovrebbe scattare in tutti noi davanti a episodi come quelli di Como.

Per cui è sacrosanto sottolineare con forza la crisi che colpisce le democrazie occidentali. Ma è altrettanto sacrosanto non dimenticare che nazismo e fascismo si nutrirono proprio delle carni delle deboli democrazie post belliche.

Conoscere a fondo le conseguenze di quelle dittature può diventare così una potente arma per spingere ai margini chi vuole, adesso, tornare a nutrirsi di carni per certi versi simili a quelle di cui si nutrirono, negli anni Venti e Trenta, gli uomini di Hitler e di Mussolini.

E' per questo che il passato non va né riproposto in modo ossessivo e continuo né rimosso. Il passato è utile per quello che è: il più grande database dei comportamenti umani. E i database non vanno chiusi a chiave, vanno consultati quando serve. E adesso serve. Eccome se serve.

 

 

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L'ignoranza http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/11/14/lignoranza/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/11/14/lignoranza/#comments Tue, 14 Nov 2017 10:01:31 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2665 124211148-9c5ad0be-a599-4551-b3a5-5c5fbfc4dfc5Guardiamo bene la foto del giovane calciatore che esulta dopo un gol alzando la mano destra nel saluto fascista e mostrando una maglietta con le insegne della Repubblica di Salò.

Guardiamola bene perché non siamo in uno stadio qualunque, ma nello stadio di Marzabotto, nello stadio del paese dove quasi in ogni famiglia c'è stato qualcuno che ha visto e raccontato quello che i nazifascisti fecero in quella zona 74 anni fa. Uccisero quasi 800 donne, vecchi, e bambini che avevano la sola colpa di vivere tra quelle montagne.

Dopo aver visto quella foto e lasciato scorrere le immagini del filmato leggiamo cosa ha detto il calciatore: "Ho agito con leggerezza senza pensare alle conseguenze che da questo mio gesto sarebbe scaturito tanto a livello personale quanto comunitario. Ho lasciato passare un terribile messaggio di cui, ribadisco, sono totalmente pentito e dispiaciuto... la maglietta era normalissima".

Leggerezza, dispiaciuto, maglietta normalissima... A credergli sono parole di chi non sapeva. Non sapeva dei nazisti e dei fascisti, non sapeva quello che era successo in mezzo a quei boschi. Pensava di fare una goliardata, una cosa simpatica. E questo, a credergli, è ancora peggio che se avesse saputo, se avesse deciso, con un lucido disegno criminale, di fare quel gesto e di indossare quella maglietta. Così, a credergli, la colpa di quello che è successo va data alla peggiore malattia che possa affliggere una comunità: l'ignoranza.

Ignoranza delle proprie radici e del proprio passato, ignoranza del bene e del male che ne hanno caratterizzato l'esistenza. Una comunità ignorante rischia di non spezzare mai le terribili spirali della storia, di tornare sempre indietro, di riproporre a se stessa gli errori e le nefandezze del passato, di non saper guardare al futuro con gli occhi limpidi e densi di un saggio che ha vissuto a lungo.

La lezione che viene da quella maglietta e da quel braccio teso è quindi una sola. L'ignoranza è un nemico da combattere con tutte le nostre forze. Deve cominciare la scuola e deve continuare ciascuno di noi studiando, sapendo, ricordando, raccontando, trasmettendo. Con un obiettivo molto semplice: che nel prossimo futuro non ci possa più essere un venticinquenne che dica "Non sapevo".

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Il vaccino antifascista http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/09/14/il-vaccino-antifascista/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2017/09/14/il-vaccino-antifascista/#comments Thu, 14 Sep 2017 10:49:42 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2651 saluto-romano-675L'approvazione, da parte della Camera, di un nuovo articolo del codice penale che punisce la propaganda nazifascista soddisfa e sconcerta allo stesso tempo.

Soddisfa perché la sua approvazione (vedremo cosa accadrà adesso al Senato) fa tornare d'attualità una tematica che non dovrebbe mai essere abbandonata. Fa ricordare, per chi avesse memoria corta o poche letture alle spalle, cosa sono stati il nazismo e il fascismo. Non libere manifestazioni del pensiero, non semplici ideologie sconfitte dalla storia o considerate superate. Sono state il "male assoluto", la negazione stessa dell'idea di umanità e di convivenza civile. E non penso sia necessario argomentare queste affermazioni...

Sconcerta perché un paese in cui serve una legge per evitare che gruppi di persone facciano propaganda del fascismo o del nazismo è un paese che non conosce il proprio passato, che galleggia su una falsa idea di se stesso, che ritiene che tutto possa dimenticarsi e quindi tutto possa riproporsi. E' un paese che vorrebbe cancellare le ideologie, considerandole icone del passato, ma non vede che rinascono nelle proprie viscere, con nomi diversi, ma con slogan, gesti e finalità che vengono proprio da quel terribile passato.

E' per questo che a quella legge aggiungerei un comma che con il codice penale non c'entra nulla. L'obbligo di studiare, in tutti i tipi di scuole, il fascismo e il nazismo. Ma non parlando solo di guerre e di relazioni internazionali. Ma delle condanne a morte, delle libertà negate, dei lager, dei milioni di morti... Bene, a fondo, con letture che non si possono dimenticare. Con un obiettivo: fare in modo che tra un po' una legge come quella che adesso attende l'approvazione del Senato non serva più, che il nostro paese abbia finalmente metabolizzato il vaccino antifascista.

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Non bisogna mettersi alle spalle proprio niente http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/01/27/non-bisogna-mettersi-alle-spalle-proprio-niente/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/01/27/non-bisogna-mettersi-alle-spalle-proprio-niente/#comments Tue, 27 Jan 2015 09:08:44 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2395 La fondazione Bertelsmann ha pubblicato uno studio su quello che pensano tedeschi e israeliani di se stessi, delle reciproche relazioni, del mondo. E della storia, della memoria dell'Olocausto.

Il dato che ha suggerito ai giornali titoli come "sondaggio shock" è quello che rivela che 81 tedeschi su cento vorrebbero lasciarsi alle spalle la storia dell'Olocausto, non parlarne più, lasciarla ai libri di storia.

Comprensibile che si voglia tagliare con il passato e guardare soltanto avanti. E' il modo forse più efficace per anestetizzare il dolore e i traumi. Non essere continuamente costretti a guardare dentro se stessi alleggerisce la vita. Lo fa ciascuno di noi ogni giorno quando dimentica, non riporta alla memoria i momenti peggiori del proprio passato. Li fa diventare, appunto, storia, non li vive come un presente con cui fare i conti ogni mattina quando si guarda allo specchio.

Ma per la Germania, per l'Olocausto, per tutti gli orrori dei secoli passati e dei secoli a venire non si può fare la stessa cosa.

I tedeschi di oggi, come sa bene chi li governa, hanno il dovere etico e politico di non mettersi alle spalle proprio niente. Hanno, al contrario, il dovere di essere se stessi, con la loro storia, con le terribili sofferenze che hanno inferto e patito, con la forza dimostrata nel guardare nella propria anima. E, con tutto questo, di essere un perno essenziale dell'Europa in pace e un monito straordinario per l'umanità.

E, come loro, nessuno deve mettersi alle spalle proprio niente. Il dolore inferto e patito dai nostri nonni deve vivere al nostro fianco. Dobbiamo studiarlo e farlo studiare. Ricordarlo e farlo ricordare. Dobbiamo, in una sola parola, coltivare la memoria di noi stessi. Non solo oggi, 27 gennaio, giorno dedicato alla Memoria. Ma sempre.

Un giorno uno studente liceale, dopo aver ascoltato racconti sulle stragi nazi fasciste in Italia, ha fatto una domanda semplice e diretta: "Che senso ha ricordare dopo 70 anni? Perché parlare ancora?". Gli è stato risposto così: "Noi siamo qui in mille. Ecco, se uno solo di noi uscirà di qua dicendosi che farà di tutto perché questo non accada più vorrà dire che parlarne oggi ha avuto senso, molto senso".

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La libertà è di tutti http://buffa.blogautore.repubblica.it/2012/04/24/la-liberta-e-di-tutti/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2012/04/24/la-liberta-e-di-tutti/#comments Tue, 24 Apr 2012 11:42:09 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=1549 Basta con le polemiche su chi può o non può festeggiare il 25 aprile. Su di chi è o non è la festa che ricorda il giorno in cui l'Italia è tornata libera.
Il 25 aprile è di tutti gli italiani che lo vogliono. E dovrebbero volerlo tutti e tenerselo ben stretto.
Perché quel giorno finì l'occupazione nazista e l'Italia iniziò a diventare quella che è oggi: libera e repubblicana.
Il 25 aprile, in particolare, dovrebbero volerlo anche coloro che sono stati fascisti perché da lì è iniziata anche la loro libertà e quella dei loro padri.
E non gli andrebbe impedito di festeggiarlo. Proprio in nome della libertà conquistata quel giorno e a un solo patto: chi festeggia il 25 aprile dichiari di dire anche no, in modo irreversibile, a tutti i fascismi. Di ieri e di oggi.

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Basta con le camicie nere http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/05/15/basta-con-le-camicie-nere/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/05/15/basta-con-le-camicie-nere/#comments Fri, 15 May 2009 09:05:29 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/05/15/basta-con-le-camicie-nere/ camicie-nere.jpg

Ha detto il segretario del Partito democratico Dario Franceschini intervenendo alla Camera sul decreto sicurezza e riferendosi alle nuove norme sulle ronde: "Nella storia italiana in un altro momento storico si è pensato di affidare sicurezza a persone con camicie di uno stesso colore".

Ecco, io vorrei che la sinistra non facesse più politica facendo riferimento ad avvenimenti storici di 70-80-90 anni fa.

Non perché la memoria vada rimossa.

Non perché non bisogna trarre insegnamenti dai passaggi nefasti della nostra storia.

Non perché bisogna abbassare la guardia davanti a possibili ritorni, rivisitati, di governi illiberali e autoritari.

Ma perché mi metto nei panni di un quindicenne o di un ventenne di oggi che ascolta questi discorsi e questi paragoni. In fin dei conti (e so di utilizzare un paradosso) è come se ai quindici-ventenni della mia generazione si fosse parlato dei cannoni di Bava Beccaris piuttosto che della breccia di Porta Pia.

Se siamo convinti che le ronde non ci debbano essere bisogna spiegare per bene le conseguenze che una norma del genere può avere. Proporne limitazioni, individuare alternative efficaci.

Evocare le camicie nere non serve a nulla. Anzi, è controproducente. Crea facili solidarietà ma scava fossati con le giovani generazioni che sono sempre più difficili da colmare.

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Perché solo adesso? http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/27/perche-solo-adesso/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/27/perche-solo-adesso/#comments Mon, 27 Apr 2009 14:04:14 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/27/perche-solo-adesso/ berlusconi-onna_-2.jpg

Sono contento, davvero contento, che sia successo quello è successo e spero con tutto il cuore che il buon vento partito da Onna non si perda per strada. In fondo proprio di questo avevamo discusso nel post precedente.

La forza delle parole e dei gesti del presidente del Consiglio mi ha fatto però venire almeno un paio di dubbi.

Perché adesso, solo adesso, il 25 aprile può diventare una festa di libertà?

Perché adesso, solo adesso, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha deciso di passare un 25 aprile insieme ai partigiani e con un loro fazzoletto al collo?

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La bomba e la pistola http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/22/la-bomba-e-la-pistola/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/22/la-bomba-e-la-pistola/#comments Wed, 22 Apr 2009 13:59:13 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/04/22/la-bomba-e-la-pistola/ partiginai-1.jpg

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Che brutto modo di ricordare il 25 aprile. Chiunque abbia tolto la bomba e la pistola dal tavolo dei partigiani genovesi (se ne è accorto il Giornale) ha compiuto un gesto meschino. La storia non si cambia.

Quella partigiana è stata una guerra combattuta con armi vere, con i suoi morti e i suoi eroi, le sue ingiustizie e le sue violenze. Ed è stata una guerra sulla quale la nostra democrazia ha costruito le proprie fondamenta e anche, in parte, una guerra civile che, come tutte le guerre civili, lascia dietro di sé odi e divisioni.

Che non si sanano cancellando una bomba e una pistola.

Ma solo facendo del 25 aprile una vera festa di tutti noi.

Sarebbe quindi giusto individuare e mettere in condizione di non nuocere alla nostra memoria collettiva chi ha ritoccato quella foto.

E sarebbe anche giusto dare un benvenuto alla festa al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Sperando che non dica più che si fa vedere per non lasciare la piazza alla sinistra ma perché sente la festa anche sua.

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