Istantanea » Dal mondo http://buffa.blogautore.repubblica.it Just another Blogautore.repubblica.it weblog Wed, 11 Jul 2018 15:14:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=3.8.27 Il dolore etiope http://buffa.blogautore.repubblica.it/2016/10/19/il-dolore-etiope/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2016/10/19/il-dolore-etiope/#comments Wed, 19 Oct 2016 17:27:22 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2570 120903_dsc8279 ihfejmk4-13242-knpd-u1090268688974gm-1024x576lastampa-it

Etiopia. Un paese che conosco e nel quale qualche anno fa mi sono immerso. Difficile, duro, povero, poverissimo. La sua capitale, Addis Abeba, è la Bruxelles d'Africa, è la capitale dell'Unione africana. La sua storia è piena di sangue e sofferenze, molte inferte anche dagli italiani. Le sue chiese protocristiane sembrano un ponte tra civiltà.

Oggi, nel silenzio, l'Etiopia sta precipitando in una sanguinosa guerra civile. Nascondersi dietro un facile "è un paese  che non conosco, cose complesse da capire" è inutile. Per alzare l'attenzione basta sapere che ci sono centinaia di morti, che la gente viene arrestata per le sue idee, per la sua appartenenza etnica, perché è giornalista, perché ha un blog. Che un atleta (Feyisa Lilesa, secondo nella maratona), dopo aver fatto il gesto delle manette alle Olimpiadi, ha dovuto chiedere asilo politico per non rischiare la vita tornando a casa. Che l'Etiopia sta per sedere nel Consiglio di sicurezza dell'Onu per due anni. E che ai primi del mese, quando era in visita di Stato in Italia, il presidente etiope ha risposto a Mattarella, che esprimeva il suo cordoglio, che la colpa dell'ultima strage era "dell'azione di alcuni facinorosi".

Alzando l'attenzione si può contribuire a rompere il silenzio planetario che avvolge le sofferenze di una popolazione. E chiedere che la ragione di Stato non prevalga sulla tutela dei diritti umani.

Per saperne di più:

Il rapporto di Amnesty International

Il rapporto di Human Rights

 

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Il monito dell'anforetta di Tobruch http://buffa.blogautore.repubblica.it/2016/03/05/il-monito-dellanforetta-di-tobruch/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2016/03/05/il-monito-dellanforetta-di-tobruch/#comments Sat, 05 Mar 2016 19:50:49 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2500 IMG_3420Migliaia di uomini pronti a partire, la più grande spedizione militare italiana dal 1943. Incursori, marò, navi appoggio. Nelle cronache che annunciano come prossimo lo sbarco italiano in Libia c'è qualcosa di ineluttabile e quasi di trionfalistico. Un trionfalismo che in alcuni casi è davvero malcelato.

Così, dopo un anno, ho rimesso sulla mia scrivania l'anforetta di Tobruch che mio nonno, ufficiale di carriera, riportò dalla Libia occupata nel 1912 (e di cui parlai qui). L'ho messa sulla scrivania e l'ho guardata per un bel po' come feci un anno fa, quando si iniziò a parlare di una spedizione militare ormai prossima.

E' un'anforetta per me preziosa. Mi porta con sé in un viaggio nel tempo, mi fa riflettere. E lancia il suo monito che, anche questa volta, mi fa dire un paio di cose ovvie ma che spesso vengono dimenticate. Quando si parla di armi e di guerra bisognerebbe usare la massima cautela. E prima di premere il grilletto bisogna provarle tutte, davvero tutte.

Per questo ha fatto bene Matteo Renzi, come fece un anno fa, a moderare i toni e a chiedere equilibrio, prudenza e buon senso. E bene fanno personaggi come Romano Prodi a sottolineare i terribili rischi che una spedizione italiana in Libia porterebbe con sé. Meglio ascoltare parole come le sue che leggere di piani di battaglia.

 

 

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"I'm sorry" http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/10/26/im-sorry/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/10/26/im-sorry/#comments Mon, 26 Oct 2015 12:48:19 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2458 BlairLeggendo quello che ha detto alla Cnn l'ex premier britannico Tony Blair si possono provare sentimenti molteplici e contrastanti.

Io, in rapida sequenza, ne ho provati due.

Il primo e' stato di ammirazione. Un leader politico che ammette con tanta chiarezza i propri errori e' davvero cosa rara. Un'onestà intellettuale che disarma per la sua limpidezza e forza. E viene subito da pensare: ce ne fossero in giro per il mondo e da noi uomini capaci di simili gesti. Ciascuno di noi, e la stessa storia, ne trarrebbe grande beneficio.

Il secondo e' stato un sentimento di profonda rabbia. Ma come, il leader di uno dei paesi piu' potenti del mondo ammette cosi', candidamente, che i servizi segreti di Sua Maestà hanno fatto cilecca? Dice che, in effetti, le armi di distruzione di massa non c'erano proprio in Iraq. E che quello che sta succedendo adesso, Isis e via dicendo, e' conseguenza diretta di quegli errori ("the 2003 invasion of Iraq was the principle cause of the rise of ISIS").

E no signor Blair, se pensa di essersi lavato la coscienza ammettendo di aver sbagliato incorrerebbe in un altro grave errore. Dalle sue parole ci sono da trarre molti insegnamenti.

Mai accettare in silenzio quello che poteri forti e all'apparenza indiscutibili, sostengono.

Sempre dubitare, sempre andare a vedere, sempre combattere per un mondo più trasparente e più giusto.

Chiedere a gran voce che i tribunali chiamati a giudicare i crimini di guerra non giudichino solo chi le guerre le perde.

E questo in nome delle centinaia e centinaia di migliaia di morti che la guerra voluta da George W. Bush e Tony Blair ha direttamente e indirettamente provocato.

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Parole al vento http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/10/04/parole-al-vento/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/10/04/parole-al-vento/#comments Sun, 04 Oct 2015 10:29:19 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2453

Uccisi 12 operatori #MSF e almeno 7 pazienti, tra cui 3 bambini. L'attacco al nostro ospedale a #Kunduz è ripugnante pic.twitter.com/PehgSlUnFv

— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) 3 Ottobre 2015

E' successo lontano da noi, nel nord dell'Afghanistan. Gli americani, durante un bombardamento, hanno praticamente distrutto, a Kunduz, un ospedale di Medici senza frontiere uccidendo decine di persone.

Il portavoce statunitense in Afghanistan, colonnello Brian Tribus, ha ammesso che: "Le forze americane hanno condotto un attacco aereo nella città di Kunduz alle 2.15 (ora locale) contro individui che minacciano le forze. L'attacco potrebbe avere provocato danni collaterali a una struttura medica vicina".

Il governo afgano sostiene che in quell'ospedale si nascondevano dei terroristi.

Medici senza frontiere dice che si, certo, nell'ospedale di Kunduz, che è zona controllata dai talebani, c'erano talebani nell'ospedale, ma feriti e senza armi. E che tutti, statunitensi compresi, sapevano e sanno, con tanto di precise coordinate geografiche, che lì c'era un ospedale. Parliamone allora, non lasciamo che notizie così vengano archiviate come "cose che accadono dove si combatte".

Diciamo, con la voce più alta che possiamo, che non può e non deve accadere che un ospedale venga bombardato, malati, medici e infermieri uccisi. Pretendiamo che la supertecnologia militare non serva solo a uccidere meglio, ma anche e soprattutto a non uccidere. Chiediamo che il termine "danno collaterale" venga abolito dalla terminologia militare.

Probabilmente, anzi, quasi sicuramente, saranno parole al vento. Ma è anche capitato che le parole, sospinte proprio dal vento che hanno generato, abbiamo dato, da qualche parte, frutti sani.

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L'anforetta di Tobruch http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/02/17/lanforetta-di-tobruch/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2015/02/17/lanforetta-di-tobruch/#comments Tue, 17 Feb 2015 15:17:45 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=2402 A casa, sullo scaffale di una libreria, ho una minuscola anfora dal sapore molto antico e con una etichetta su cui è scritta, a matita, un'unica parola: Tobruch. La riportò mio nonno, nel 1912, dalla Libia dove era andato a combattere e che era appena diventata italiana .

In questi giorni ho guardato spesso quell'anforetta, l'ho tolta dal suo posto e messa sulla scrivania, ho ripensato ai pochi racconti del nonno, sono andato a guardarmi qualche foto e a rileggere qualche pagina su quella conquista e su quello che ne seguì, soprattutto negli anni Venti e Trenta.

Probabilmente finirà davvero che soldati italiani sbarcheranno nuovamente in quella terra, questa volta non per occupare ma per difendere le frontiere meridionali dell'Europa e quelle del nostro paese. Ma la storia di allora e la storia recente dovrebbero avere insegnato che modelli sociali e politici non si esportano, che la pace non si impone, subito,  con le armi. Che la pace, caso mai, la si cerca mediando, aiutando, affidandosi alla forza della diplomazia, della politica. Solo se tutto questo non fosse sufficiente sarebbe forse legittimo usare le armi.

Ecco perché ha fatto bene Matteo Renzi a premere per un'azione diplomatica e quindi, indirettamente, a smentire i suoi ministri che avevano parlato di un'Italia "pronta all'intervento militare".

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Internet e patatine http://buffa.blogautore.repubblica.it/2011/01/24/patatine-e-internet/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2011/01/24/patatine-e-internet/#comments Mon, 24 Jan 2011 14:49:07 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=898 BRUXELLES

L'hanno chiamata la manifestazione della vergogna (shame) o anche la "marcia delle patatine fritte", uno dei piatti nazionali del Belgio. Decine di migliaia di persone in piazza, pacificamente, per chiedere un governo che non c'è da 225 giorni, per richiamare i politici ai loro doveri.

Sono due i motivi per cui dedico l'istantanea di oggi alla domenica di Bruxelles.

Il primo è per il senso di serenità che mi hanno trasmesso le immagini della manifestazione. Fiamminghi e valloni, gente normale, famiglie. Tutti che sfilano compostamente (e uniti) dietro la loro bandiera lanciando un segnale forte, che probabilmente influirà non poco sulle estenuanti trattative politiche.

Il secondo è per come Shame è stata organizzata. Tre studenti, due impiegati e un uso sapiente di internet. Come è già successo altrove e come succederà sempre più spesso. Senza intermediazioni, senza sovrastrutture. Solo voglia di vivere bene, cervello, coraggio e una tastiera.

DOCUMENTAZIONE: La pagina SHAME | L'evento su Facebook | Twitter

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Grazie, tenente Silvia http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/08/09/grazie-tenente-silvia/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/08/09/grazie-tenente-silvia/#comments Mon, 09 Aug 2010 18:03:02 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=739 velo

Una foto dolce che viene dall'Afghanistan. Una soldatessa italiana, un tenente, con il velo e con in braccio una bambina.

Probabilmente l'avrebbe potuta prendere in braccio anche se non avesse avuto il velo. E probabilmente si potrebbe commentare che è ipocrita mettersi il velo tenendo la pistola alla cintura.

Questa foto, però, mi ha fatto pensare a come sarebbe emozionante vivere in un mondo pieno di soldatesse come questa e di veli che prendono il posto degli elmetti.

E' stato il pensiero di un attimo perché so che non lo vedrò accadere. Ma è stato un bell'attimo.

Grazie tenente Silvia Guberti.

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Terremoto e champagne http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/01/20/terremoto-e-champagne/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2010/01/20/terremoto-e-champagne/#comments Wed, 20 Jan 2010 15:55:05 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=565 SPAIN-HEALTH-FLU

E' giusto o no farsi il bagno e bere champagne mentre a 100 chilometri sono morte e muoiono decine di migliaia di persone e ci si uccide per conquistare il cibo?

Non lo so se è giusto.

Io posso immaginare quello che avrei fatto  se avessi prenotato una crociera su quella nave e mi fossi trovato, quello stesso giorno, tra quei turisti. Non avrei fatto il bagno, non sarei sceso in bermuda, non mi sarei messo a prendere il sole. Me ne sarei rimasto in cabina, avrei mangiato nel ristorante di bordo e avrei chiesto udienza al comandante per sollecitare una rapida partenza.

Per pudore, per rispetto, ma anche per me stesso. Per non vedermi mentre mi crogiolo al sole ostentando benessere in un paese al collasso.

Forse l'armatore avrebbe fatto bene a far saltare la tappa haitiana della crociera devolvendo ugualmente una somma in favore delle vittime del terremoto.

Ma non penso si debba gridare allo scandalo se non lo ha fatto. E' la vita che continua malgrado tutto. Come durante le guerre. E come a cento chilometri dall'Aquila il giorno dopo il terremoto. Nessuno di noi, a Roma, ha bevuto champagne la sera del 7 aprile 2009? Ne siamo proprio sicuri?

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S'i' fosse italiano, com'ì' sono e fui... http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/11/30/si-fosse-italiano-comi-sono-e-fui/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/11/30/si-fosse-italiano-comi-sono-e-fui/#comments Mon, 30 Nov 2009 08:20:42 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=510 S'ì' fosse svizzero mi vergognerei

S'ì' fosse italiano, com'i' sono e fui, mi vergognerei lo stesso

Leggi: Gli svizzeri dicono no ai minareti, Castelli propone il crocifisso nel tricolore

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I beduini e la sinistra http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/09/01/i-beduini-e-la-sinistra/ http://buffa.blogautore.repubblica.it/2009/09/01/i-beduini-e-la-sinistra/#comments Tue, 01 Sep 2009 15:58:57 +0000 http://buffa.blogautore.repubblica.it/?p=432 pedica1

"Prendiamo ordini dai beduini e non dal ministro La Russa". Letta questa frase, in relazione alla questione delle Frecce Tricolori in Libia sono tornato almeno tre volte a leggere il nome dell'autore. La frase è di Stefano Pedica (nella foto), senatore dell'Italia dei Valori, il movimento di Antonio Di Pietro, alleato del Partito democratico alle ultime elezioni. Insomma, è un senatore della sinistra, vasto e variegato schieramento politico del quale penso di far parte.

Ecco. Se Pedica è di sinistra io non so più chi sono. Perché in quella frase c'è un profondo disprezzo non tanto per Gheddafi, che sarebbe lecito e legittimo anche se poi ciascuno può o meno condividerlo. Ma verso un popolo che invece, per il solo fatto di esistere su questa terra, merita rispetto.

Perché, si badi bene, un conto sarebbe stato dire "dai libici", affermazione che equivarrebbe a ribadire un lecito e legittimo orgoglio nazionale.

Un conto usare il termine "beduini" in un contesto che ne accentua il contenuto spregiativo. Pensate se invece di dire "giapponesi" si dicesse "gialli".

E' per questo che se Pedica è di sinistra io non lo sono più.

O forse è lui che è dalla parte sbagliata.

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